
Venerdì 16 maggio si è tenuta la quarta edizione dei Videoclip Italia Awards, il premio che, dal 2022, celebra l’eccellenza e la creatività della videomusica italiana. Per la prima volta l’evento ha lasciato Roma per approdare a Milano, nella cornice dinamica e industriale di BASE, in zona Tortona.
È stata, senza dubbio, l’edizione più ambiziosa e complessa da organizzare fino a oggi — e, al tempo stesso, la più partecipata e sentita. L’affluenza è andata oltre ogni aspettativa, tanto da riempire completamente lo spazio e lasciare molti spettatori in piedi durante la cerimonia di premiazione. Un segnale chiaro della vitalità e del fermento che animano questa comunità artistica, composta da registi, producer, artisti e professionisti del settore, uniti dalla passione per il linguaggio del videoclip.
I PANEL – La giornata si è aperta alle 18 con un panel dedicato all’uso dell’iPhone nella realizzazione di videoclip, una pratica sempre più diffusa che solleva questioni sia tecniche che estetiche. A discuterne, alcuni dei protagonisti di videoclip particolarmente rilevanti degli ultimi mesi: Andrea Folino, Ciro Di Niccolo, Davide Piras (The Hills) e Francesco Lorusso (Broga’s), che hanno raccontato la loro esperienza diretta in alcuni lavori che hanno segnato gli ultimi mesi di videomusica italiana come Numero 5 (anche Miglior Videoclip Rap), No vabbè e Sistemarsi.
Dal confronto è emersa una riflessione condivisa sul valore espressivo dell’iPhone, capace di conferire un look distintivo e riconoscibile alle immagini. Tuttavia, proprio per la sua natura peculiare, i relatori hanno sottolineato l’inopportunità di trattarlo come una semplice alternativa economica alla camera tradizionale, anche perché in verità il risparmio, se c’è, è risibile. Il ricorso all’iPhone, dunque, dovrebbe essere sempre una scelta consapevole e coerente con il concept del video, più che una scorciatoia produttiva. Inoltre, è risultata unanime la posizione “no agli accrocchi”: meglio valorizzare i limiti e le potenzialità del sensore stesso, così peculiare, piuttosto che forzarlo ad assumere caratteristiche che non gli appartengono montando lenti e altri strumenti esterni.


A seguire, un talk con Antonio Sarubbi, fondatore e general manager di Maciste Dischi, ci ha offerto l’occasione di celebrare i dieci anni dell’etichetta e la sua influenza nella scena dell’indie italiano, anche attraverso i videoclip. Un viaggio nel tempo che ha riportato alla luce alcune tra le collaborazioni visive più iconiche di Maciste, capaci di definire un’estetica e una sensibilità che hanno segnato un’epoca.
Oltre all’aspetto celebrativo — incluso un bel momento che ha visto salire sul palco i Bendo, Filiberto Signorello e Andrea Settembrini (sempre del collettivo Broga’s) — il talk ha toccato anche temi legati al presente, inclusa la sostenibilità economica del videoclip e le sue prospettive future. Temi complessi che meritano senza dubbio un’analisi più approfondita in altra sede.
CERIMONIA DI PREMIAZIONE – Il momento clou della serata, la cerimonia di premiazione, è stato condotto con la solita maestria e sagacia da Riccardo Cotumaccio. Ad aprire le danze il premio Giuria Studentesca, con un piccola delegazione di studenti sul palco ad annunciare il vincitore: Non chiamarmi bella, diretto da Nicolò Bassetto per Lamante. Non sarebbe stata l’ultima volta per il regista trevigiano sul palco.





Si è passati poi alle categorie tecniche, che hanno impegnato tutto il primo blocco della cerimonia. La consegna del Premio Billboard ad Attilio Cusani da parte del capo-redattore Federico Durante ha fatto da viatico per la seconda fase della cerimonia, in cui sono stati premiati invece i migliori videoclip suddivisi per genere musicale.
Infine i premi speciali, con l’ultimo premio, il più importante, di Miglior Videoclip Italiano, annunciato da Matteo Robazza in rappresentanza dello sponsor Trans Audio Video. Ancora una volta era Bassetto a salire sul palco, questa volta accompagnato da Lamante e dal direttore della fotografia Nicola Cattelan, per ritirare il suo terzo premio della serata.
Tutti i vincitori
VINCONO GLI INDIPENDENTI – Volendo tracciare un bilancio – e del resto uno degli obbiettivi del premio è quello di offrire una fotografia della scena videomusicale italiana – ne escono vincitori un manipolo di registi giovani (under 30) con i loro lavori più fieramente indipendenti. Bassetto da un paio d’anni lavora anche in ambito mainstream, ma ha trionfato con un progetto in cui è coinvolto a livello personale, mentre Simone Peluso sul palco ha ribadito con fierezza di sentirsi maggiormente rappresentato da un lavoro come Mundi, piuttosto che dagli altri video fatti per artisti da milioni di stream.
A questi vale la pena aggiungere anche Sanctuary, di Genetik e diretto da Stefano Usberghi, altro lavoro mosso da uno spirito autoriale più che dalla commissione di una label, nonché il riconoscimento a un artista/artigiano come Donato Sansone, magari “meno giovane” degli altri nomi menzionati qui, ma non meno indipendente nell’attitudine, anzi. Così come è giusto sottolineare l’intervento sul palco di Marco Pacchiana, che ha ritirato per Leonardo Ferrari il premio al Miglior Montaggio per J’Existe (premiato anche per la migliore fotografia), ribadendo la natura inevitabilmente politica del lavoro artistico, anche nel caso del videoclip, che per definizione sarebbe di natura promozionale.
Fra le case di produzione, Borotalco porta a casa tre premi, tutti in categorie tecniche, fra cui spicca Color Grading per Non mi riconosco, forse il video più “forte” fra quelli portati in concorso dalla casa milanese. È quindi il mainstream il grande assente? Non proprio: Island si conferma l’etichetta major più attenta al videoclip, portando a casa ben cinque premi, mentre Sony ottiene due riconoscimenti con il video di Silverlines per Damiano David, mega-produzione internazionale, effettivamente fuori scala per la competizione.
Su questo punto c’è arrivata da più parti la medesima critica, ovvero che si trattasse di un video inadatto a competere nelle categorie per i videoclip italiani, essendo frutto di una produzione che di italiano non ha nulla. Il punto è chiaro e comprensibile, pertanto nei prossimi mesi rifletteremo se sia il caso di mettere mano al regolamento (lo so, fa strano che qualcuno voglia attenersi a delle regole in questo strano Paese) per delle modifiche in tal senso.



APPUNTAMENTO ALL’ANNO PROSSIMO – È stata una serata eccezionale a coronamento di un’edizione da record: quasi 300 i videoclip iscritti, oltre 80 giurati e una kermesse che tra cerimonia di premiazione ed eventi collaterali (non dimentichiamo la Masterclass con Giacomo Triglia, con cui abbiamo inaugurato la Trans Audio Video Academy e l’aperitivo di networking in collaborazione con WYN) ha visto la partecipazione di oltre 700 persone. Un successo che ci dà la carica per migliorare ancora – e le idee in tal senso non ci mancano, ve lo possiamo assicurare – e organizzare una quinta edizione ancora più straordinaria.
Questo evento è dedicato a voi che realizzate i videoclip e per questo non può prescindere dal vostro coinvolgimento: scriveteci (via mail o DM) cosa ne pensate dell’ultima edizione, cosa vorreste vedere nella prossima, quali sono gli aspetti da migliorare e sentitevi liberi di avanzare proposte da integrare nel programma.










